"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

mercoledì 22 dicembre 2010

Above us only snow



Oggi arrivano! meteo permettendo. E stavolta partono dall'aeroporto di Liverpool.
A proposito. Invece di essere intitolato a sante, papi o mutilati di guerra, come faremmo noi qui, questo aeroporto porta il nome di un'icona del rock (va bene che delle prime due categorie gli inglesi possono essere un po' scarsini, ma gli eroi di guerra certo non gli mancano).Non solo, ha anche un bellissimo logo ed un pay-off molto molto efficace e accattivante.






E mentre, di nuovo, rimango affascinato da questo loro modo di essere al passo coi tempi, con coraggio e classe da vendere, questa capacità di mixare l'orgoglio per un passato glorioso e la capacità di valorizzare ogni contributo alla modernità.... mentre ammiro tutto questo, dicevo, non so perché, ma inizio ad avere una strana sensazione. Inizio a pensare che, prima o poi, scoprirò che l'apparenza inganna, che sotto sotto ci sia una colossale fregatura.

martedì 21 dicembre 2010

I figli di


Nel bel mezzo della bufera "riforma" Gelmini (quella che cambierà la vita di noi tutti), oggi su Corriere.it si parla di alcune nomine universitarie fatte in extremis in favore di figli di. Non faccio nomi che non ho i soldi per gestire una class action di querelanti. Per la verità non so nemmeno se questi figli di siano realmente dei raccomandati o se invece meritano il posto che occupano, pur essendo dei figli di.
Quello che so, è che in università ce ne sono tanti di figli di che un posto ce l'hanno senza essere figli di. Il problema non è (solo) se a qualcuno viene in mente di raccomandare il figlio di, che tanto lo sappiamo che se hai un padre primario e vuoi fare il medico o se hai un padre rettore e vuoi fare il prof universitario è più facile. Ma che scoperta. Se il mondo fosse ribaltato e il lavoro migliore fosse fare la lavandaia, io sarei una figlia di. E magari sarei pure raccomandata; ma se non lo fossi sarei comunque avvantaggiata perché conoscerei i fornitori migliori, le macchine migliori, le malizie del lavoro, gli smacchiatori, la tecnica migliore per stirare più camice possibili in un ora, gli orari dei vigili di ronda (per poter parcheggiare in doppia fila quando faccio le consegne senza rischiare una multa ogni 10 passi)... Sarei una privilegiata, come lo sono i figli di. Non sarà bello, farò pure un po' incazzare, ma posso ancora tollerarlo.
Quello che invece fa veramente incazzare è vedere un figlio di nessuno che, pezzente come me, si infila nel pertugio strettissimo di un concorso universitario e se lo porta a casa, sia pure un 3+3, pur non avendo scritto inventato o pubblicato una beata mazza.
Ecco questo proprio me le fa girare a pala di mulino.

domenica 19 dicembre 2010

Gli emigranti, quelli veri

Arrivo al centro commerciale più grande della città. Chi ne ha deciso la posizione ha cercato di renderlo molto attraente ai ticinesi, che se lo trovano a dieci minuti dal confine di Mendrisio. Loro mettono al confine discariche, bordelli e casinò. Noi supermercati.
Arrivo al centro, dicevo, e trovo 4 torpedoni con targa tedesca e un brulicare di persone attorno che arrivano coi carrelli pieni di ogni leccornia natalizia, intenti a caricare tutto il possibile nel vano bagagli. Mi avvicino, e sento parlare in italiano, con diverse sfumature tutte chiaramente meridionali.
E allora non capisco. Se sono emigranti che vanno al paese, perché diavolo si fermano a Varese a comprare il tartufone? Se stanno rientrando in Germania, ma cosa rientrano a fare il 19 dicembre? 
Disorientato, decido di intervistarne uno, cioè detto meglio: di farmi i cazzi loro.


Si tratta di una comunità di italiani emigrati a Lörrach, un piccolo paesino del sud della Germania, vicino al confine svizzero, dalle parti di Basilea insomma.
Mi dice che tutti gli anni, si fanno 600 Km in pullman per venire in Italia ad acquistare prodotti che lassù non si trovano, o si trovano a prezzi doppi o tripli. Per rendere anche questo Natale, passato in un paese straniero dove per altro anch'io ho vissuto due anni, il più simile possibile a quello di casa.
E allora ho pensato alla nostra condizione di emigranti "volontari", tra acquisti online, aerei lowcost e internet veloce. E che di questi italiani sparpagliati, in fondo, non frega proprio niente a nessuno.
Tanto che nel centro commerciale sembravano alieni, cittadini di un mondo parallelo, che incrocia il nostro nel 3x2 sul panettone.

sabato 18 dicembre 2010

Sulla strada di casa...


Ci stiamo preparando per il rientro. Il gran giorno è previsto per mercoledì 22. Prenderemo un bus per Crewe, un treno per Liverpool Station Qualchecosa e di nuovo un bus per Liverpool Airport; dopo di che solo il caso potrà dire se dovremo prendere un altro bus per l'aereo o ci dovremo accontentare di un tunnel e vari km di scale.
I pupi sono eccitati per via di tutti i mezzi di trasporto elencati e per le svariate possibilità di fuga che si presenteranno (niente passeggino questa volta, solo noi 3, uno zaino e una valigia). In effetti stavo pensando a due guinzagli. Non vedono l'ora di fare questo viaggio perché sanno perfettamente che la mamma saprà mostrare una pazienza infinita e rimarrà calma anche se a loro verrà una gran voglia di toccare tutte le schifezze per terra, tutti i cestini della spazzatura e tutti i cessi dell'aeroporto. I pargoli d'oro, i miei due angioletti, sanno che non sono il tipo che si mette a fare la piazzata in mezzo alla gente; la mamma al massimo ringhia sottovoce minacce incomprensibili accompagnando il sibilo (presente il serpentese di Harry Potter?) con uno sguardo da pazza (e gli occhi fuori dalle orbite della Carfagna?). Certo, saranno minacciati a dovere prima di partire, della serie “guardate che telefono a Babbo Natale e gli dico di non portarvi nulla”, ma tanto la memoria è corta a questa età e una volta messo il piede fuori di casa qualcuno starà già scivolando con il sedere per terra sul ghiaccio.. giù giù fino in fondo alla discesa...
Posso ancora fregarli con la storia del pilota che dice che tutti i bimbi devono stare seduti con la cintura legata, ma, insomma diciamocelo, questo non durerà ancora per molto. Fra un po', Giorgio mi guarderà serio e mi dirà: “no mamma, ti sbagli. Non ha detto così. Ha detto che stiamo per atterrare”, mentre Dodo approfitterà del mio smarrimento per arrampicarsi sulla cappelliera....

venerdì 17 dicembre 2010

Un uomo solo allo sbando - parte seconda

L'altra sera sono tornato a casa, ho acceso la luce e ho scoperto che le quattro cornici ikea - praticamente un quadro svedese - con le foto dei nostri piccoli erano crollate per terra, vetri rotti ovunque.

Al momento ho pensato al terremoto, poi mi sono ricordato di averli attaccati proprio male quei quadri, praticamente solo appoggiati a un piccolo gancetto, e che nell'appartamento a fianco stanno facendo dei lavori di massiccia ristrutturazione. Qualche colpo al muro o la vibrazione di un attrezzo da cantiere e quelli... bum, sul pavimento.
Salvate le foto, ho raccolto scrupolosamente tutti i vetri, li ho messi in un contenitore e li ho portati giù da basso, dove ci sono i bidoni per la raccolta differenziata. E qui, ho preso i vetri e li ho buttati.

Nell'umido.

E mi son sbagliato, che sarà mai... bidoni marroni, verdi, bianchi, differenziata all'italiana, all'inglese, la lattina che non va più col vetro in italia ma con la plastica, mentre in inghilterra va ancora nel vetro ma non gli mettere la carta col cartone perché sennò gli inglesi si incazzano, e la settimana verde e la settimana blu non ci si capisce una fava lessa.

Poi ho pensato, mica si potranno lasciare i vetri nell'umido? E se ci mette le mani l'omino? Allora ho preso il bidone dell'umido e l'ho rovesciato nel bidone del vetro.
Ma dentro al bidone dell'umido oltre ai miei vetri, lo dice poi la parola stessa, ci sono i sacchetti dell'umido, e ora son finiti nel vetro.... io, giuro, un paio li ho tolti, ma qualcosa è rimasto dentro.
 Sicché se vi dovesse capitare di vedere una bottiglia non molto trasparente, o una vetrata che dà sul marroncino, sapete quale vetro è stato utilizzato. E' così che si fa il vetro fumé,no?

lunedì 13 dicembre 2010

Eddai, una fettina di prossiutto!

Ieri sono rientrato col solito idrovolante della Flybe, questa volta dedicato (con mega immagine sulla fiancata) al grande George Best. Roba che almeno ti aspetti di avere i drinks gratis!


Nonostante il mezzo di trasporto, il volo è stato piacevole grazie al manager di Unilever che mi sedeva accanto. Mi raccontava la sua esperienza, tasferito dall'Inghilterra all'Italia per quattro anni con moglie e figli piccoli, e le difficoltà dei primi mesi, così simili alle nostre anche se "al contrario".
Straordinario il racconto dell'inferno vissuto dalla moglie vegetariana, costantemente sotto l'attacco di massaie incredule.
L'Italia è un paese dove le regole, anche quelle personali, devono avere in qualche modo una scappatoia, una via d'uscita. E quindi me la vedo sta povera donna martoriata per anni da centinaia di: "va bene che non mangi la bistecca o l'arrosto, ma le tagliatelle al ragu.... i ravioloni... un pezzettino di salame.... mo non è mica carne quella!"

Wisteria-Plantation Park-Lane

Imbarcato il marito sull'idrovolante, messi i pupi a letto, mi dedico alla mia serie preferita.

(voce narrante: donna. immagine dall'alto, la camera che passa da una casa all'altra) è un tranquillo pomeriggio domenicale a Wisteria-Plantation Park-Lane. tutto è tranquillo, la temperatura non supera i 2 gradi e il sole non si vede da qualche settimana oramai (del resto non siamo mica negli Universal Studios). gli abitanti di Wisteria-Plantation Park-Lane vivono placidamente le loro vite.... oppure no....

(la camera stacca sulle facce dei protagonisti; la musica si modula sulla voce narrante)
La vicina del 9 beve davvero tanto quanto sembra? L'altra mattina al bar dell'Università aveva un the e una sospetta fiaschetta argentata in mano... mmm
Quella del 12 è davvero simpatica come sembra o nasconde un caratterino da iena? Ieri l'altro alzava gli occhi al cielo mentre parlava con una collega...
Gli ecologisti del 9 cosa fanno della spazzatura? Avranno un impianto illegale di riciclaggio nel garage? La mandano a Napoli? In compenso, quando escono per pulire il retro, si godono il faretto di quelli dell'8 che si accende in automatico...
E quella del 6 cosa nasconde dietro a quel sorriso smagliante...? Avrà una relazione con il dentista, come si mormora da tempo...?
Al 20 ci sono ancora fuori le decorazioni di Halloween... sembra che litighino così tanto che lui pensa solo al suo cane e lei si fa le canne, dimenticandosi del figlio e delle decorazioni...

(to be continued....)

domenica 12 dicembre 2010

Handy Carlo

E io che mi credevo di rientrare dopo una settimana trascorsa in UK e poter scrivere un post sociopoliticoculturalvattelapesca... un commento sugli studenti che vogliono tagliar la testa a Carlo&Camilla o una riflessione "arguta" sul dibattito alla camera dei comuni riguardo alla passione di Cameron per gli Smiths.
Niente. No way.
Sono stato sopraffatto da: lafinestradaggiustare, internetchenonfunziona, ilfusibiledellamacchinadacambiare, ilpiccoloconlagastroenterite, lalistadeiregalimiraccomando, ilparabrezzascheggiatodacontrollare e via così. 
Ma tutte ste robe non poteva farle Handy Manny, l'eroe dei miei figli? 
In realtà mi diverto tantissimo. Penso di fare sempre la figura del matto italiano con l'urgenza impellente, quello che se non gli viene risolto il problema immediatamente non può più far rientro a casa e la famiglia che piange, i figli che muoiono di fame e il paese in processione con la mia foto.

sabato 11 dicembre 2010

and the bells were ringing out...

Non ho resistito, mi sono buttato nei favolosi negozi di biglietti d'auguri (vedi post precedente). E oltre ai 21 biglietti per tutti i compagni d'asilo dei nostri piccoli + le maestre ho trovato uno sbriluccicante biglietto nella categoria "da vicini di casa a vicini di casa". Se riusciamo a giocare d'anticipo, con questo stracciamo pure la vicina preta.
E spulciando tra i biglietti più improbabili ho apprezzato la cultura pop di questo strano paese: nel negozio risuonava "Fairytale of New York" dei Pogues. E le vecchine canticchiavano. Meraviglioso.

giovedì 9 dicembre 2010

Ma una bella stretta di mano in corridoio no?!

Qui gli auguri sono una cosa seria, ma seria seria eh!
Esistono centinaia di negozi pieni di biglietti d'auguri. In una cittadina come Newcastle ce ne saranno almeno 5. E stiamo parlando praticamente di Gavirate, niente di piu'.
E non sono mica dei bugigattoli bui! Eh, no! Sono fondi da almeno 100 mq!! (oh, madonna, come mi sento mio nonno Amedeo ora!)
Poi i biglietti. Mica ci trovi solo quelli classici per i compleanni, da 0 a 120, onomastici, ho persino trovato il nome (che non esiste santa Serena), matrimoni, nascite, lauree...
Ci sono anche quelli super speciali, tipo: ci aiuguriamo che la tua prostata migliori a breve; speriamo che il tuo brufolo si asciughi prima di sabato; ci auguriamo che Cesare vada a quel paese presto; sono contento che ti sposi per la terza volta; ...
Per dire del contenuto; poi c'e' la forma. Praticamente esistono tutte le dimensioni, i colori, le forme; ci sono con la musica, senza la musica, con le donne nude, con il palloncino integrato, nella versione unisci i puntini che ti viene fuori il testo...

Ma il meglio, come al solito, lo imparo dai miei figli. Ieri tornano a casa con una bustina rossa con su scritto il loro nome. La apro e trovo un gattino con il cappello rosso di babbo natale e una frasetta di auguri di un compagno (o compagna, non so, dal nome non si capisce). Segue foglio di istruzioni delle maestre (per le povere madri sciagurate come me): cari genitori, sulla porta della classe trovate un foglietto con tutti i nomi dei bambini di quella classe. Se volete (come se fosse facoltativo!), potete comprare dei biglietti d'auguri, scrivere una frasetta e il nome di ogni bambino. La parte della consegna la devo ancora capire: non e' chiaro se devo imbucare nella cassetta delle lettere finta che hanno messo all'ingresso o se devo dare alla maestra.

Quindi ora, armata di foglio con i nomi devo comprare 17 bigliettini + 4 per le maestre (che non glielo vuoi dare a loro? ti curano i figli tutto l'anno!!) e, oddio!!, inventarmi una frase di auguri.
Ma se ci facessimo gli auguri noi genitori quando ci vediamo in corridoio non andrebbe bene uguale?!??
Indicare siti utili da cui scopiazzare frasi in inglese, please!

venerdì 3 dicembre 2010

Il nuovo D

A scuola c'e' un bambino paffuto, tanto biondo che sembra quasi bianco. Ha la faccia rotonda, quasi sempre con le guanciotte belle rosse. Stamattina ho provato a occhiarlo un po' mentre lasciavo i gemelli. e' un macigno di bimbo, tozzo, strutturato; si vede che ha le osse belle grosse e che mangia tanti bei toast con il burro a merenda. Si chiama L e sembra che le maestre si rivolgano a lui solo per dirgli di: stare attento, tranquillo, seduto, fermo, non picchiare gli altri, non prendere il gioco degli altri, ...
Ovviamente e' diventato l'idolo dei miei figli che ogni volta che lo vedono, gli corrono incontro e lo abbracciano. Dodo praticamente scompare dentro quelle braccia da rugbysta; Giorgio se la cava a malapena. A casa ne parlano in continuazione; L di qui, L di la. Oppure imitano le maestre che sgridano L.
Insomma, ha conquistato i loro cuori. Un po' come D l'anno scorso. D e' un bambino che hanno conosciuto al nido a Varese. L'amicizia e' stata favorita dal fatto che tutti e 3 stavano al nido fino alle 6-6.30, fino a quando le due cattivissime mamme lavoratrici andavano finalmente a recuperarli. E dai oggi, e dai domani, D e' diventato un amicone. Per andare via la sera ci volevano 10 minuti buoni di saluti. Si facevano gli scherzi, si davano i morsi, si graffiavano, giocavano insieme. Dal poco che ho visto, credo che D apprezzasse Dodo perche' riusciva sempre a infilarsi nell'ufficio delle maestre, anche se era chiuso a chiave, e a portare fuori i tricicli. Non so come facesse, nemmeno le maestre se lo spiegavano, ma se si distraevano un istante lui, con un sorriso sornione, trotterellava fuori dalla stanza buia con una moto per le mani. Invece, credo che di Giorgio D apprezzasse la pazienza nel fare i puzzle. Stavano delle ore uno di fianco all'altro a incastrare e scastrare i pezzi. Senza mai darsi fastidio. A volte hai bisogno di un amico cazzaro, a volte di uno piu' tranquillo che non ti rompe le balle piu' di tanto. D e' stato una grande risorsa per i gemelli e anche per me.

Mi auguro proprio che questo L diventi il nuovo D. Sarebbe carino, fra due anni, portarsi a casa il ricordo di tutto quello che hanno fatto insieme a L e, magari, riparlarne fra qualche anno ancora quando ci sara' anche un nuovo L...

mercoledì 1 dicembre 2010

L'animale

Accidenti, questa la conosciamo! vedi: http://www.ilpost.it/2010/12/01/piu-neve-per-tutti/
Ogni volta che ci perdiamo tra i campi andando verso Chester o il Wales, proprio quando stiamo per tornare indietro... ecco che compare l'immensa scultura di paglia a forma di... animale. A questo punto sappiamo di essere sulla strada giusta e appagati proseguiamo.