"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."
lunedì 24 gennaio 2011
A parte l'inconcludenza, fa dispiacere la pochezza
martedì 18 gennaio 2011
mercoledì 12 gennaio 2011
London
mercoledì 5 gennaio 2011
La favola della buona notte
Ecco quale “favola” riesce a tenere desta la loro attenzione.
“Quando siamo andati a casa dei nonni (a novembre), il nonno Lucianone ha fatto le castagne. Prima il papà, la nonna Pierina, la nonna Silvana, la nonna Maria, il nonno Gianni hanno tagliato le castagne che se no scoppiano.”
Edo: e e e la nonna Daniela?
“Io e la nonna Daniela eravamo in casa a preparare il pesce per la cena. Poi allora, quando le castagne erano tagliate, il nonno Lucianone ha acceso il fuoco, fuori”
Edo: e e e io ho fatto la nanna, poi mi sono svegliato e dicio: ciao, ciao! mi sono svegliato!
“si, e quando vi siete svegliati siete usciti”
Edo: con il pipap (pick up) e e e ho caricato le castagne sopa
“si, e poi il nonno Luciano ha messo le castagne sul fuoco. La pentola aveva i buchi sul fondo e un manico lungo per non scottarsi. Poi quando erano cotte le abbiamo tolte e messe in uno straccio"
Edo: e la nonna ha fatto così così così (ha agitato lo straccio per togliere le bucce)
“esatto, e poi le abbiamo pelate per mangiarle!
Giorgio: e poi è arrivato Giacomo (sono abbastanza affascinati dal cuginone... quello atto atto che non mi icoddo bene come si chiama)
Edo: e anche la Camilla e lo zio Bicco e la zia Nadia. Che era il compleanno della Camilla e abbiamo mangiato la torta
Giorgio: si, io vicino alla mamma
Edo: io a Giacomo e alla nonna Silvana
Il grado di partecipazione dipende dalla serata come anche l'entità della lite su chi ha mangiato più torta.
lunedì 3 gennaio 2011
Momenti di trascurabile felicità
Mentre lo leggevo, ho vissuto anch'io uno di quei momenti di trascurabile felicità. Anzi, lo vivo tutte le volte che porto l'auto al lavaggio.
Io la macchina la lavo ai rulli, all'automatico, per fare presto e spendere poco. Pure la macchina la lavo poco, ma questo è un'altro discorso.
Quando arrivo al lavaggio automatico si avvicina l'omino e io lo faccio salire sulla macchina perché lui è più bravo a indovinare le corsie dove esattamente si devono incastrare le ruote. E poi mi piace vederlo incasinarsi col cambio automatico e tutte le diavolerie elettroniche che i francesi, maledetti, hanno infilato nella mia macchina.
Poi lui scende, io pago e aspetto che i rulli facciano il loro lavoro, per riconsegnarmi la macchina lavata abbastanza bene e asciugata abbastanza male.
Dopo pochi secondi, appena la macchina è aggredita dagli spruzzi, schiaffeggiata dagli spazzoloni, inizia ad assalirmi un pensiero terribile: avrò chiuso i finestrini?
Di certo non ho verificato che lo fossero.
Aspetta, quelli posteriori erano senz'altro chiusi, e anche quello del passeggero. Ma il mio? Il mio non mi ricordo... Provo a ricordarmi che cosa ho fatto appena arrivato al lavaggio. C'erano due macchine in coda, poi è toccato a me. E lì ho fatto senz'altro la cazzata. L'omino si è paventato e io, per forza, ho aperto il finestrino. Si si, l'ho aperto, è un riflesso automatico, come dal distributore, il pieno di diesel grazie, no non la diesel speciale, quella normale,
L'ho aperto e non l'ho richiuso, ecco cosa ho fatto. Ed ecco quello che penso per i successivi cinque minuti, mentre la macchina, penso, sta imbarcando litri di acqua e io sono qua fuori e neanche riesco a vedere se il finestrino sia aperto. L'unica speranza è di averlo aperto poco.
In realtà spero anche che l'omino abbia verificato lui la chiusura dei finestrini, in uno slancio di bontà - in questo caso - natalizia. Impossibile, dopo averlo fatto litigare con la vettura transalpina.
Circa alla metà del percorso di lavaggio, ormai rassegnato a ritirare un'acquitrino di macchina, i miei pensieri virano verso le conseguenze. Ovvero: una volta ritirata l'auto, conviene fermarsi ed asciugarla con le apposite macchinette in dotazione all'autolavaggio, oppure è meglio salire facendo finta di nulla ed arrivare a casa infracicati ma evitando il pubblico ludibrio? La seconda senz'altro, penso.
Anche perché a me quelli che lavano la macchina al lavaggio automatico e poi si fermano un'ora a lucidarla e asciugarla stanno un po' sulle balle. E' come se pranzi in cinque minuti al fast-food e poi passi la mezz'ora successiva a roteare nella boule remy martin del '91.
Ormai rassegnato, attendo all'uscita del mega parallelepipedo pensando alle successive tre ore a casa, armato di phon... la macchina arriva e, ovviamente ha tutti i finestrini chiusi, sigillati. Sempre, ogni volta.