"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

mercoledì 12 gennaio 2011

London

La prima volta è quella delle sensazioni forti, della percezione di grandezza, di folla, di diverso. Capita che pensi che gli odori sono davvero strani, troppo forti, pungenti e insistenti. È quella in cui ti distruggi i piedi per vedere tutto. Ti capita di guardare male chi si avvicina perchè ti ha visto con una cartina in mano e vuole chiederti se ti servono informazioni. Fai un casino assurdo con le sterline e anche se non capisci un acca di inglese, parlano tutti così bene che ti senti meno scema. Scopri che italiani, spagnoli, greci, turchi... una razza, una fazza.

La seconda volta è quella degli attentati (sventati) agli aerei. È quella in cui scegli l'albergo per dormire perchè - che cavolo - la prima non hai chiuso occhio. È quella dell'approfondimento: la Tate, il Cabinet War Rooms e i punti della città in cui ci sono pochi turisti. È quando hai 4 guide e 3 riviste Meridiani. Ti stupisci quando vedi un fornello e la testa di 3 persone che spunta da una botola aperta sull'asfalto. È quando Camden Town ti fa un'impressione pazzesca, da mondo parallelo.

La terza volta è quando a Camden Town ci dormi perchè è decisamente il quartiere più bello di tutti. È la volta della quadrupla; quando ti porti i figli, i genitori e gli amici dei genitori. Senti che la città non è più immensa, strana, sconosciuta. Ti danno fastidio i commenti da "italiano", gli odori sono familiari e anche le anatre cinesi fanno un pò meno pena. È quando ti concedi il lusso di un giro sul sightseeing; è quando ti piace vedere la faccia stupita delle altre persone. Sorridi al pensiero del signore inglese, ma di origine francese che parlava pure italiano, che ti ha tampinato in metropolitana per far conoscere tuo figlio a suo figlio. E scopri che se sei in carrozzella o hai un passeggino doppio, sono cavoli tuoi.

Tutto sommato, però, è quando pensi che, cavolo, quasi quasi qui ci vivresti.

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