"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

martedì 29 maggio 2012

The Big Lunch

Gli inglesi sono un popolo di gente che sa come divertirsi. Sono circondati da una campagna meravigliosa, hanno fattorie da visitare, porti fluviali, prati e boschi. Hanno infiniti parchi a tema, musei (che piacciono anche ai bambini!), acquari, ricostruzioni di villaggi vittoriani con figuranti in costume. In questi due anni abbiamo provato di tutto. Abbiamo collezionato biglietti di ingresso di qualsiasi attrazione nel raggio di 2 ore di macchina da Keele.


C'è però un'idea semplice che quelli di The Eden Project (le biosfere in Cornovaglia) si sono fatti venire in mente e che io ho scoperto per caso: The Big Lunch. In un giorno stabilito a priori e uguale per tutti, organizza un pranzo con tutti i tuoi vicini di casa. Quelli di Eden Project ti forniscono le idee e il materiale per realizzare l'evento: logo, inviti da distribuire ai tuoi vicini, bandierine, stickers, consigli su come coinvolgere altre persone nell'organizzazione. Il punto è: falla semplice, usa quello che hai in casa (tavoli da campeggio, panche), chiedi quello che non hai, invita tutti a portare qualcosa e fatti aiutare. L'anno scorso hanno partecipato più di un milione di persone e quest'anno hanno organizzato il Big Lunch durante i festeggiamenti del giubileo della regina, quindi la partecipazione sarà ancora più elevata.


A me questa sembra un'idea semplice ma molto carina. Per gli inglesi si tratta di vincere la loro naturale ritrosia e timidezza che talvolta li fa apparire ruvidi e scontrosi. Si tratta di condividere qualcosa; si parte da una fetta di pizza e un cucchiaio di cus-cus per poi, magari, arrivare ad altro. Si tratta di apprezzare le persone che ci vivono accanto anche e non solo perchè hanno il giardino tirato a lucido (ah, no, dimenticavo, per quelle le odiamo).


Che poi la gente, si sa, in queste situazioni si sbizzarrisce. C'è chi organizza uno street party con le palme, la sabbia e le piscine gonfiabili. C'è chi la butta sullo scambio culturale. C'è chi si mette a dipingere le strade. C'è chi è per l'utile sociale e organizza raccolte di abiti usati, cibo, o lezioni su come domare gli incendi dolosi (ebbene si).


La data quest'anno è il 3 di giugno. It's not too late.

domenica 27 maggio 2012

Una questione d'educazione

Altro che armi atomiche, virus letali, veleni al plutonio... se Hitler avesse avuto idea di cosa passa per la testa degli inglesi... Fatherland non sarebbe fantapolitica.
Gli inglesi hanno paura del sole. Ne sono terrorizzati. E considera che qui ci sarà il sole 24 giorni l'anno. Niente, quando esce un pallido raggio, vengono presi da un panico irrefrenabile e iniziano ad accartocciarsi come vampiri.

Alla nursery, per esempio, c'è una regola tassativa che se non la rispetti, ti rispediscono i bambini a casa (e sotto il sole): bisogna portare la crema solare protezione 50. Tu li iscrivi a gennaio e loro dopo una settimana iniziano a chiederti se sei consapevole dei danni da esposizione. E poi se te ne dimentichi, diciamo come capita a me, ti fanno sentire una merda, la sera, davanti a tutti, quando li vai a prendere.

La maestra ti guarda con la faccia sorridente (non ti far ingannare, è quando sorridono che devono fare davvero paura) e ti fa: "
oggi è andato tutto bene; hanno mangiato xxç@wwvv (vai a capire che cavolo mangiano ogni giorno); siamo usciti e hanno giocato a pirati e poliziotti.
Ah, poi... abbiamo messo la crema solare”.
Ti sorride ancora e ti tiene lo sguardo piantato addosso.
E poi ti fa: “Domani usciremo ancora. E se è bello... avremo bisogno della crema solare”.

Ah, ok, grazie... bambiniiiiii andiamo che dobbiamo andare al supermercato, daiii di corsaaa...

Un giorno c'era un papà che ha assistito all'ennesima scena ti sei ancora dimenticata della crema, e dopo il cazziatone cerca di fare il gentile e mi fa: “non mi sembra che ci sia ancora così tanto sole da dover mettere la crema”. Ma se non lo sai tu, Chris, che sei inglese!? Ma poi che vuoi sapere, che hai sposato una brasiliana!

Giorgio, che è un tipino ligio alle regole, è stato completamente assorbito da questa mentalità. È una settimana che ci sono 28 gradi e che tornano a casa con gli aloni bianchi anche tra i capelli. Oggi siamo stati al parco e io, ehm, mi sono dimenticata la crema... a scuola.
Quindi ci ho provato. Vabhe, bambini, si c'è il sole, dai, ma poi neanche più di tanto. Dai che per una volta non vi succede niente... adesso andate a giocare, dai, via nella sabbia...

Questa sera, dopo la doccia, Giorgio si guarda le braccia, mi guarda la faccia, guarda Edo e mi fa:
"mamma tutto questo colore... è il sole?"
"Ehm, si Giorgio perchè?"
"Adesso cosa ci succede, mamma, ci portano tutti all'ospedale?"
Oh madonna santa.

sabato 5 maggio 2012

In crisi....d'Identità


Quando arriva il momento di tornare a casa, succede sempre di tutto. Questa volta, prima delle vacanze di Pasqua, scadeva la carta d'identità. Ora, vivendo all'estero da oramai quasi due anni mi è toccato rinnovare tramite il consolato. Che la carta d'identità è una di quelle cose stupide, vai in comune, metti un paio di dati inventati – 1.65 mt, 58 kg, biologa... no, ehm, quello è colpa dell'impiegata di Milano che proprio psicologa non lo capiva, ma vabhè -, metti la firmetta e te ne ritorni a casa. Questo, invece, è quello che capita se sei italiano all'estero.

Vado sul sito del consolato e mi sembra tutto chiaro. Due opzioni: proroga carta vecchia – gratis – o rinnovo e rilascio carta nuova – infinite sterline da pagare tra francobolli e tasse -. Uffici aperti tutte le mattine dalle 9 alle 12; al telefono rispondono 2 pomeriggi dalle 2 alle 4. Bon, proviamo.

Primo tentativo: chiedo la proroga (no, il documento non era rovinato, all'anima loro). Certo, quando ho letto che avrei dovuto inviare il mio documento in scadenza (il solo che possiedo) all'unico ufficio pubblico in UK che ti carica 1 pounds se paghi con la tua debit card, mi è venuto un leggero brivido gelato lungo la schiena... Per l'appunto: dopo tre settimane dall'invio dei documenti a Londra, mi mandano una mail (da Londra, lo ripeto) per farmi sapere che non possono rinnovarmi la carta d'identità perché è troppo rovinata (no, il documento non era rovinato, all'anima loro). Sto a dieci giorni dal rientro a casa. 

Tentativo numero due. Mando un altro applichescion form; il gentil ragazzo, con accento romano, al telefono mi dice che il comune di Varese ha 3 giorni di tempo per rispondere; è la legge mi dice. Cazzo, la legge, comune leghista... mizzega, sto giro a casa non ci vado proprio... Vabhe, incrocio di nuovo le dita e spero che riescano a mettere insieme la mia precedente richiesta con documento vecchio + dichiarazione firmata dal marito per i minori a mio carico (questa parte bene bene non l'ho capita, ma è uguale) con quella nuova che gli mando. Ah, mando a Londra, lo ridico. Il consolato sta là.

Partenza prevista per giovedì santo, il venerdì precedente arriva una mail che dice:

Gentile Signora,
abbiamo ricevuto la sua carta' d'identita'.
Potra' venire a ritirarla presso lo Sportello Consolare durante le ore di apertura al pubblico                                anche senza appuntamento.
Distinti saluti

Evvai, penso io, è fatta! Ma compio un errore fatale: non leggo l'indirizzo email del mittente. Organizzo il viaggio a Londra per il martedì: treno prenotato (che costa meno), itinerario stabilito, gemelli piazzati (nonostante il febbrone a 39 che impazza da venerdì notte, in tandem... l'ho detto che quando dobbiamo tornare a casa non ne gira una).

Sono giù per le 10, che gli uffici aprono alle 9, ma scopro che le carte d'identità le consegnano dalle 2 alle 4. Ma porc!@xy!... Vabhè, troverò qualcosa da fare a Londra per 4 ore, no? Diana e Dodi! HARRODS!! Vai, vai, vai. 
Alle 2 torno in consolato e mi sento dire che siccome io vivo a Stokke on Trente, allora io devo andare a Manchester a prendere la mia carta. Ma come a Machester, cazzo? Eh si, mi fa l'impiegato, ma non ha visto l'indirizzo mail del mittente? (scatta una sequenza inenarrabile di !@xy!zuw)
Corro in stazione che la nanny ha pure deciso che oggi non risponde a nessuno dei 2 cellulari che ha e nemmeno al telefono di casa, ma porca !@xy!zuw. Il treno già pagato ovviamente è andato, il biglietto non me lo rimborsano, totale andata e ritorno: 200 sterline, ma porca !@xy!zuw

Il giorno dopo, mercoledì prima di partire, mi sveglio per andare Manchester e?? NEVICA! Ma porca !@xy!zuw.
E, ah, a settembre mi servirebbe un documento per far tornare in Italia i gemelli con i miei. Come dici? A chi devo chiedere? Al consolato? A LI MORTACCI TUA E DE TU NONNA!!!