"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

mercoledì 27 luglio 2011

Quando anche io andavo ai camp

Questa sera abbiamo fatto una passeggiata dopo cena. La temperatura era particolarmente piacevole e il profumo dei fiori e dell'erba invitava a rotolarsi nel prato. In più, in questi giorni il campus ospita dei tornei di calcio. Prima sono arrivati gli adulti, ma si sono fermati poco. Poi sono arrivati i ragazzi e le ragazze. Avranno dai 12 ai 15-16 anni. Il campus si è rianimato, è pieno di gruppetti giudiziosamente divisi per colore che camminano, giocano, si tirano il pallone. I gemelli sono incantati. Oggi pomeriggio siamo andati a guardare un pezzo di una partita allo sport center. Tutte robe nuove: arbitri, tifosi che applaudono (mentre fanno un pic-nic, ovvio), i ragazzi che giocano ordinatamente, i coach che gridano a bordo campo (ma con fair play signori, siamo in Inghilterra), borsoni colorati, lingue da tutto il mondo...
Stasera invece era un mega vortice ormonale. Sono tutti in giro, in borghese ovviamente. Capelli ingellati e maglie casual i ragazzini; capelli lunghi sciolti, short e top le ragazzine. La discoteca dell'Università ha aperto apposta per loro. Li guardo e riesco a immaginare perfettamente cosa stanno vivendo...

Confezioni di Prep che volano nella notte, "tutti sulla piccola Sbarra", qualcuno che parla nel sonno, il pulmino da dividere con i toscani che smanacciano mica male, le partite, il divertimento allo stato puro, l'assoluta assenza di nostalgia di casa perchè la famiglia ce l'hai già con te. C'è sempre qualcuno disposto a infilarti un biscotto in bocca mentre stai dormendo o a riempire di schiuma il letto di chi si lava poco. Qualcuno si trova il fidanzato, perchè per fortuna la maggior parte delle volte è misto, altrimenti che cavolo di divertimento c'è?! In un posto ti capita di mangiare cavoli color puffo, in un altro burro fatto in casa, in un altro ancora la piadina.

Che bei tempi quando della medaglia in fondo non interessava a nessuno, c'era solo pane e palla a spicchi e di tutto il resto chissenefrega.

mercoledì 20 luglio 2011

A rotoli

Avvertenza: il seguente post purtroppo non è frutto di una botta di caldo estiva, giacché a Varese stamattina avevamo 12 gradi.


Ora voi ditemi a cosa serve quel rotolino di cartone.
Quello lí, quello che quando hai finito la carta igenica rimane imperterrito avvinghiato attorno al tubo, appunto, porta rotolo.
A me non me ne frega niente che ti faccia comodo arrotolare la carta attorno a quel coso, caro signor scottex. Io non lo voglio, a me non serve. Lasciami un buco in mezzo, e ci penso io a infilarlo nel tubo del porta rotolo. Che poi, razza di fetente, mi fai pure i rotoli salvaspazio schiacciati, e mi costringi a ridare una forma simil tonda a quel coso, per riuscire a metterlo al suo posto. 
(Che poi io non so nemmeno se il rotolo vada messo con la carta che scorre verso il muro o viceversa, ma è un altro discorso, che devo risolvere non con te ma con mia moglie).
Dicevamo, milioni di foreste distrutte per produrre un cilindro cavo che viene schiacciato, poi devi rimettere "in forma", poi lo rischiacci per buttarlo via e non lo puoi usare per nulla. Prova a prenderci appunti sopra, impossibile. Al massimo ne prendi due, li appiccichi e fai un finto cannocchiale, ma a 4 anni smetti e passi alle droghe pesanti. Al massimo.
Insomma 'sti cosi rimangono lí a sfidarti sul porta rotolo, lo sanno che per infilare la nuova carta igenica li devi inevitabilmente togliere.
Ah, ma la soglia della mia finestra ne sopporta anche un centinaio, che credono. Pensano che io li metta nella differenziata uno a uno? Se sono rotoli veri, che ci rotolino da soli nel secchio.

domenica 17 luglio 2011

Pink 'N' Whites-ma con pochi grassi

Ieri gita al Safari Park a Liverpool. Questa volta a rimorchio avevamo anche il capo e la fidanzata. Bambini eccitatissimi, io mi sarei fatta tagliare una gamba. Tempo: inglese al quadrato.
Partiamo con due macchine, che poi dopo deve lasciare sweet hearth a casa sua a Liverpool. Sta lui davanti che conosce la strada. Andiamo a prendere la M6 a Crewe. Cacchio cominciamo male, a Crewe? E passare per Stoke no? Il viaggio due un'ora e quaranta rispetto all'ora che ci si mette di solito. In autostrada ci hanno superato anche i convogli speciali; un'anziana signora con gli occhialoni sul sidecar ci ha fatto il dito medio mentre ci passava ai 70. Dopo il bivio per l'aereoporto di Manchester, davanti a noi si sono infilate due macchine d'epoca. A quel punto la velocità di crocera è scesa sotto i 70 e un sonno spaventoso ha preoccupantemente preso piede in noi.
Arrivati, decidiamo di fare il safari con la macchina del capo. Capo e sweet hearth davanti, io e i bambini dietro. I bambini mai così scazzati di dover continuamente guardare le bestie. Che quando li porto da sola, sono tutti entusiasti, sti fetenti. Io che devo fare finta che loro si divertano, senza far capire al capo e a sweet hearth che in realtà vorrebbero scendere da sta cavolo di macchina e camminare (dopo un ora e quaranta di viaggio!!).
A un certo punto, Sweet hearth ci offre uno strano prodotto locale: due sottili strati di wafer con uno stratone bianco e rosa di murshmallow in mezzo; quest'ultimo molto più morbido delle caramelle murshmallow, ma molto meno del murshmallow fluff. Una via di mezzo come appiccicume, per intenderci. Ovviamente Giorgio ha schifato il dentro e si è mangiato solo il wafer, praticamente insapore; Edo ha finito tutti i suoi pezzi e si è spiaccicato per bene addosso anche i pezzi scartati da suo fratello. Nel mezzo di questo tormento zuccheroso, Edo ha chiamato il capo una cinquantina di volte, all'italiana ovviamente: con toccatina di mano sulla spalla, mano doverosamente impiastrata. Dopo il divertente safari, tra un miliardo di animali tutti uguali (renne, caprioli, sal diavolo con le corna), finalmente scendiamo e arriviamo al parco dei divertimenti. Eh certo, ogni attrazione inglese che si rispetti ha la parte educativa (sti belin di animali) e la parte ludica. In questo caso un luna park in pianta stabile. But not suitable under 6. Esticazzi. Mo cosa gli racconto? Vabhè, andiamo a vedere uno spettacolino con le foche ammaestrate, almeno quello è per tutti. Ci sediamo, ma dobbiamo aspettare 10 minuti. Io inizio a tremare perchè so che Edo 10 minuti seduto non ci sta. E infatti. Nonostante i divieti si arrampica e riesce a cadere dalle gradinate mentre il capo cerca di tenerlo, finendo tra i suoi piedi e picchiando la testa. Sulla testa del capo vedo comparire qualche capello bianco in più, poi sgrana gli occhi e mi guarda terrorizzato. Tranquillo, non ti faccio causa; ha la testa dura. Dopo lo spettacolino, nelle teste malate del capo e di sweet hearth si paventa l'idea di guardare, sotto la pioggia, lo spettacolino del tizio che ammaestra i falchi. Esticazzi. Stavolta dico no, grazie, passiamo oltre. Allora via, altro giro tra gli animali del safari. Stavolta le belve però sono dentro la macchina: non riescono a stare più fermi, degli animali non gli frega più una beneamata e non c'è nemmeno il murshmallow a drogare i cervelli. Il giro viene quindi abbreviato di netto e, finalmente, ci ritroviamo davanti alla mia macchina. I gemelli e tutta la loro roba viene pesantemente scaraventata dentro, mica che a sti due venga in mente un'altra minchiata da fare, e in tutta fretta, ma con gran sorrisi e salamelecchi, si torna a C A S A!