"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

mercoledì 15 settembre 2010

Il processo di adattamento procede...

1. ho i capelli impastati di drizzle che sembrano lavati la settimana scorsa (stamattina, giuro!);
2. mi sta piacendo il the con il latte (che mi ha sempre fatto schifo);
3. quando attraverso la strada, guardo dal lato giusto;
4. quando mi chiedono se mi trovo bene con il mio lavoro o se mi piace il posto in cui vivo, so che le aspettative sulla qualità della mia risposta non vanno oltre il "fine, thanks"
5. ho capito che la burocrazia inglese non è poi così tanto snella: tra poco arriva il contratto. Restano solo un paio di documenti da firmare. Solo vorrebbero proprio sapere che io sono io e che vivo dove dico di vivere e che vivevo dove affermo che vivevo (fino a 5 anni fa). Quindi vorrebbero: il passaporto (che non ho), la carta d'identità (si ma la mia non convince perchè è scritta in italiano), la patente (si, ma una inglese non una italiana), le bollette di qui (non ne ho nemmeno una), il pagamento di una tassa (ancora non sono arrivate), un conto in banca (che non mi aprono fino a che non ho un contratto)... ho tempo fino a lunedì...

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