"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

domenica 22 maggio 2011

Una questione di cacca - madre allo sbaraglio(1)

Eh, ma se non lo sai tu che sei psicologa!

Di solito inizia così una frase che mi fa incazzare. Soprattutto quando si riferisce ai miei figli. Mica mi hanno dato un diploma di “allevatrice di figli senza problemi” quando ho preso la laurea! Che quando me li hanno dati dopo il parto non ero nemmeno certa di volerli davvero. Non è che si può cambiare idea? Non sono più tanto sicura di volerli portare a casa. Come li maneggio sti due? Edo, due chili e 500 di bambino sempre arrotolato su se stesso, che per cambiarlo ci volevano due mollette per tenergli ferme braccia e gambe, e Giorgio sempre incazzato nero, sbuffava e ringhiava già in seconda settimana.

La frase, quindi, mi fa incavolare eccome. Tra l'altro, la questione in ballo puzza! Si dà il caso che Giorgio abbia deciso che non vuole fare la cacca e con una coerenza cha fa rabbrividire, semplicemente non la fa. Non la fa a scuola, non la fa a casa, non gli piace il patello, odia il vasino. Non ci sono santi. Tra l'altro, questa storia mi ha anche dato l'occasione di capire un pò meglio come funziona sto benedetto sistema sanitario nazionale inglese. Che detto da una che si suppone stia facendo una ricerca all'interno del NHS è davvero tutto dire. Ma questa è un'altra storia.

Ora, abbiamo provato con il lattulosio, la stimolazione, le supposte di glicerina, le perette (erano anni che non ne vedevo una). Adesso siamo passati alle bustine, e con le bustine mi sta facendo diventare matta. Se gli dico che metto la bustina nel succo, lui non beve il succo. Se metto la bustina nell'acqua e non gli dico che l'ho messa, lui smette completamente di bere. E la bustina è completamente inodore e insapore e, una volta che è sciolta, non colora l'acqua.

Quindi ho deciso di cambiare strategia e di usare un'arma psicologia finissima, nota già nel secolo scorso dai più fini pedagoghi. Ecco, non lo direi troppo in giro altrimenti poi si svaluta troppo. In pratica, lo minaccio. All'inizio minacce assolutamente insensate: o bevi quella bustina o salti dalla finestra (lo so, non fa rima, ma la minestra me la mangia). Poi più sensate: o la bustina o la peretta.

Capito di essere finito in un angolo, ha deciso che sta bustina se la deve cuccare, ma mica poteva arrendersi così in fretta. Ha pensato bene di prendere la bustina, ma lo stesso di non fare la cacca. Dunque, mal di pancia perchè deve fare la cacca e mal di pancia perchè la trattiene. Spettacolare. E adesso che faccio?

Eh, ma se non lo sai tu che sei psicologa!

Ma vaff... Ho provato a parlarci. In un momento tranquillo quando ero sola con lui, gli ho spiegato che io so cosa sta facendo così anche lui adesso sa che io so che lui... Messo alle strette, con un mezzo sorriso, ha ammesso le sue intenzioni. Ma mica è cambiato nulla.

Per fortuna è intervenuto il caso, quella parte di varianza che non spieghi, ma che grazie a dio c'è. Tempo fa gli è successo di fare la cacca mentre faceva il bagno. Si, si, du palle... tira fuori tutti e due, lavali alla meglio, consola velocemente la vergogna, infagottali in due asciugamani, togli l'acqua dalla vasca, pulisci con la candeggina, riempi la vasca di nuovo... Adesso, ogni volta che devono fare il bagno, lui non vuole perchè ha timore di farla di nuovo nella vasca. Io insisto che non succede niente... e lui la fa nel pannolino. S P E T T A C O L A R E!

Almeno fino alla prossima pensata....

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