"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

lunedì 6 giugno 2011

Viene il bello

Lo scorso weekend inglese è stato pieno di sole. E anche molto mare, nella gitarella sull'oceano di sabato.
Blackpool è una località balneare molto curiosa, se vista con l'occhio del ligure emigrato in lombardia. 
Spiaggiona, passegiatona, pontiloni, ubriaconi. Giusto per sintetizzare.
Una riminidelnord piena ma proprio piena di cose, oppure detto da italiano con la puzza sotto il naso: un enorme tentativo di farti dimenticare che il mare è un'altra cosa.
Ma anche un meraviglioso spaccato sociale, la working class inglese che si prende un giorno di relax e libertà, tra montagne russe, gelato italiano e birra, molta birra, inglese.
E una popolazione di spiaggianti variopinta almeno quanto la copertina di Sgt. Pepper, tra bikini, turbanti, veli e niqab.


Ma non è di questo che volevo parlare.
Succede che i nostri due puponi ormai parlano inglese, a loro modo, mescolato al gemellese incomprensibile, con l'accento delle midlands, ma lo parlano.
E quindi ti correggono, gli stronzetti. 
L'altro giorno ci hanno fatto diventare scemi per la pronuncia di "Bob the Builder", che pare non si dica bobdebilder ma, sostengono i due rospetti, qualcosa tipo bob the beuda, beulda, beoulda(r). Ma che ne sò.
Ma l'aspetto più tricky (tiè) della faccenda è che questi due l'inglese lo capiscono davvero.
Provate ad immaginare: siete in auto, avete messo il vostro cd con le canzoncine preferite, un mix che va da I Ribelli ai Chemical Brothers, e nei sedili posteriori sono seduti due mostri che capiscono tutto ciò che ascoltano. Anche quelle canzoni che tu hai mandato a mente a dieci anni, e hai voglia a studiare l'inglese, le canterai sempre farfugliando parole inesistenti..... sci don lai, sci don lai.... cochein!
Cazzo, Cocaine, di Eric Clapton..... manda avanti il CD!!!!
Ho idea che il bello inizi ora.

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