"che basta un filo di vento
per venirci a guidare
perché siamo naviganti
senza navigare
mai."

lunedì 5 marzo 2012

Lucio in the sky with diamonds

In questi giorni tutti hanno postato qualcosa in favore o in ricordo di Lucio Dalla. Ecco arrivato il mio turno. Per essere onesti, non è che io mi sia mai molto appassionata alle sue canzoni a parte forse quella sul lupo in cui ballava in modo buffo con le due signore in carne accanto. Il fatto è che ho una nonna cui piace raccontare sempre le stesse storie e questa su Lucio Dalla ha popolato i racconti della mia infanzia e continua tutt’ora ad essere presente, basta dire “nonna, raccontami un po’ quando...” e lei attacca a raccontare...

I nonni avevano un negozio di alimentari nello stesso palazzo in cui vivevano: lato strada il negozio, terzo piano l’appartamento. I nonni sono due pragmatici e anche un po’ calvinisti, direbbe mio marito. Il lavoro prima di tutto. Vivere 3 giri di scale sopra il negozio era comodo. Potevano scendere presto la mattina per aprire, potevano tenere aperto fino a tardi la sera e non c’era il problema di perdere tempo per tornare a casa a mangiare. Ai tempi, il palazzo era vecchiotto e tenuto decisamente male. C'era una scala enorme che saliva agli appartamenti. Ricordo che potevo stare tranquillamente sdraiata su un gradino per il lungo mentre le persone salivano ai piani. L’illuminazione sulle scale era fioca e le ombre erano ovunque. Ogni volta che scendevo o salivo da quelle scale, ricordo che lo facevo di corsa perchè me la facevo addosso dalla paura.

Un paio di giri di scale sotto i nonni viveva una signora che sosteneva di essere una podologa, che c’ho messo anni a capire cosa diavolo facesse per vivere. Questa tizia era un poco particolare, almeno agli occhi della nonna che ci viveva sopra. Musica alta a tutte le ore del giorno e della notte, presenza costante di fumo che sembrava incenso (ma che ne sa la nonna del fumo che sembra incenso...), uomini a ogni ora della notte (altro che podologa, si)... insomma un gran casino.

Beh, insomma, un giorno la tizia incontra mia nonna e le dice che di lì a poco si sarebbe sposata ... con Lucio Dalla!! Io me lo vedo lo scambio tra le due, con la matta che si vanta di aver accalappiato un uomo ricco e famoso e la nonna che, in dialetto lumbard, le fa “cun chi a l’è che la s’ha spusa? ul Lucio Dalla?? Ma va a ciapà i ratt”.

Nonostante l’incredulità della nonna, i preparativi per la cerimonia iniziano. Devo dire che qui il racconto diventa piuttosto confuso per via della tendenza, tipica di mia nonna, a esagerare con i particolari. Si narra di gente venuta a pulire a specchio le scale e gli androni del palazzo. Si racconta dei fiori, delle candele e dei metri di tulle che la tizia si e’ fatta portare per gli addobbi. Si dice dei camioncini pieni di piante per abbellire... insomma, tanto ha fatto che alla fine i nonni ci stavano iniziando a credere e si aspettavano di veder comparire Lucio da un giorno all’altro.

Povera podologa... i giorni passavano, i fiori appassivano e di Lui nemmeno l'ombra! A quanto ne so, nessuno ha mai avuto il coraggio di chiederle cosa fosse successo e lei dopo un po’ ha cambiato casa. Ecco, ogni volta che penso a Lucio Dalla, mi vengono in mente mia nonna e la storia della podologa matta. Ovunque si trovi, spero ovviamente che non stia ancora aspettando il suo Lucio.

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